Oggi sono finalmente riuscito a riavere questo libro di Tolstoj, di non facile reperimento. Me lo hanno trovato alla libreria La Cometa, di via Turri a Scandicci (FI), li cito per merito, in quanto credo che in zona, siano i migliori per quanto riguarda il mondo spirituale in generale.
Questo saggio è un libro che principalmente fa un analisi molto approfondita del sermone della montagna, sottolineando il punto della non violenza assoluta.
Il Cristianesimo Gnostico e gli Obiettori di coscienza, (tra cui me medesimo) hanno fatto di questo saggio semisconosciuto, un manifesto di vita, onorando così lo sforzo di Tolstoj che ha dedicato una vita a scrivere famosi romanzi, con il solo intento di autopubblicare due saggi, uno questo e l'altro (Che cos'è l'arte), uniche due cose importanti per lui, che nessuno gli voleva pubblicare.
Lo stesso Tolstoj lo ha più volte confidato nella vita ai conoscenti più stretti. Infatti, se qualcuno di voi ha letto Anna Karenina o Guerra e Pace, avrà sicuramente notato la doppia chiave di lettura dei suoi romanzi e l'importanza che Tolstoj dava al continuo conflitto trascendentale tra bene e male.
Mai più di adesso questo saggio si rivela attuale, ci ricorda di non resistere mai al male con la violenza, ci ricorda che nel sermone della montagna, Gesù disse esattamente questo, (in parole povere, dove c'è troppo yang c'è da equilibrare con il nostro yin) per parlare in termini universali.
In controversia i cattolici, dichiarano sulla catechesi ufficiale, che la Chiesa approva la guerra come strumento di difesa, in completa contrapposizione con la parola di Cristo.
A tal proposito stamani pensavo a Salvo d'acquisto,vice brigadiere dell'arma dei Carabinieri, che il 23 settembre del 43, davanti alla morte certa di 22 civili, ingiustamente accusati di un attentato ad un commando nazista, si proclamò colpevole salvandoli tutti.
Una sua frase celebre, a cui lui stesso ha tenuto fede fino in fondo dice: se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura.
Come sempre ho divagato dall'argomento principale, ma con uno molto attinente. Sono un fan di Salvo d'Acquisto, credo fermamente che davanti ad una morte sicura di 22 civili, abbia fatto il più grande investimento che un incarnato possa fare.
La sua scelta fu completamente in sintonia con il pensiero Cristiano vero, e con tutti i pensieri spirituali universali che volgono al bene.
Si dice che anche il plotone Nazista, dopo la morte lo trattò con rispetto, chiedendosi sicuramente come un uomo, possa commettere un tale atto per salvare delle vite.
Comunque molto spesso, la cosa giusta da fare è proprio quella che istintivamente non faremmo mai. L'importanza che diamo a salvare la pelle di questo corpo mortale, se ci pensiamo bene, a volte, ha veramente dell'assurdo. Siamo galeotti che proteggono con i denti e le unghie la propria cella e in più vorremmo che questa cella fosse sempre pulita, confortevole e non ci creasse dolore, dimenticandoci troppo spesso che siamo qua anche per imparare a soffrire e ad assumerci le nostre responsabilità.
Comunque tornando al saggio di Tolstoj, lo consiglio vivamente, e vi consiglio anche Che cos'è l'arte, l'altro saggio.
Due libri che secondo me possono aprire nuovi modi di analizzare la nostra vita e di darle un diverso valore.
Non dimentichiamo che addirittura Ghandi si ispirò al movimento della non violenza di Tolstoj e dette il nome alla sua prima comunità, Fattoria Tolstoj.